aprile 23, 2022 4 min read
"Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia! L'Anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata, otterrà piena remissione di colpe e castighi. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa."
Con queste parole, Gesù chiede a Santa Faustina che venga istituita la Festa della Divina Misericordia nella domenica in Albis.
Queste apparizioni sembrano ricapitolare 2000 anni di storia della Chiesa: Gesù chiede di far dipingere un quadro, chiede di pregare e ci consegna la Coroncina della Divina Misericordia, richiama ai sacramenti della Confessione e dell'Eucarestia, invita a fare novene, ripropone e potenzia le indulgenze, richiama i Novissimi e le imperiture Verità della Fede cattolica. Un compendio di santità reso fruibile a tutti i cristiani, anche ai meno preparati.
La grandezza di questa solennità è dimostrata dalle stesse promesse del Signore: - "In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene" - ha detto Gesù.
Una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: "la remissione totale delle colpe e castighi". Questa grazia - spiega don I. Rozycki , eccelso dogmatico che lavorò su richiesta del Cardinale Karol Wojtyła all'analisi teologica degli scritti di Santa Suor Faustina, è qualcosa di decisamente più grande che l’indulgenza plenaria. Quest'ultima consiste infatti solo nel rimettere le pene temporali, meritate per i peccati commessi (...). E' essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del battesimo, poiché‚ la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo battesimo. Invece nelle promesse riportate Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l'ha innalzata al rango di "secondo battesimo". E' chiaro che la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia deve essere non solo degna, ma anche adempiere alle fondamentali esigenze della devozione alla Divina Misericordia. La comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione - come dice don I. Rozycki - può essere fatta prima (anche qualche giorno).
L'importante è non avere alcun peccato mortale sulla coscienza. Gesù non ha limitato la sua generosità solo a questa, anche se eccezionale, grazia. Infatti ha detto che "riverserà tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia", poiché‚ "in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto". Questa devozione invita i fedeli a non temere Dio nel momento in cui Lui si fa trovare, anzi nell'istante in cui si muove generosamente verso di loro. L'Amore di Dio è calore che scalda e illumina le anime assiderate e spente, ma senza l'adesione della volontà umana, che corrisponda a questa grazia, l'incontro salvifico non si può verificare.
Don I. Rozycki scrive che una incomparabile grandezza delle grazie legate a questa festa si manifesta in tre modi: - tutte le persone, anche quelle che prima non nutrivano devozione alla Divina Misericordia e persino i peccatori che solo quel giorno si convertissero confessandosi, possono partecipare alle grazie che Gesù ha preparato per la festa; - Gesù vuole in quel giorno regalare agli uomini non solo le grazie salvificanti, ma anche benefici terreni - sia alle singole persone sia ad intere comunità; - tutte le grazie e benefici sono in quel giorno accessibili per tutti, a patto che siano chieste con grande fiducia.
Ho sempre meditato sul fatto che molti cattolici contemporanei abbiano, di fatto, perduto il senso del peccato. A differenza dei grandi peccatori del passato, oggi, si ignorano i contenuti dei Dieci Comandamenti il che rende molto improbabile, salvo miracoli, che ci si confessi e lo si faccia bene.
Gesù lo dice chiaramente a Santa Faustina: "Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre". La Passione di Gesù Cristo ha offerto a tutti noi i mezzi di salvezza, ma questi pii strumenti bisogna saperli adoperare affinché non risultino vani. A ben guardare queste rivelazioni non possono essere accusate di “buonismo” perché il richiamo all'Inferno è sempre presente, basti pensare che Suor Faustina, sotto la guida di un angelo, fece la tremenda esperienza di visitare l'Inferno narrandone le angosce e le pene eterne.
Gesù non ha sparso il Suo Divin Sangue per vederci dannati, anche se questa è una possibilità tutt'altro che remota considerato il dono del libero arbitrio. Egli non smette di guardare ai Suoi figli con amorevole apprensione e la Sua potenza creatrice continua a escogitare santi rimedi, incardinati nella Tradizione della Chiesa, per non farci perire eternamente. Pensiamo alla Coroncina della Divina Misericordia, dettata dal Salvatore, essa supplisce ai bisogni anche dei moribondi, purché sia recitata a loro vicino. Noi non conosciamo i mezzi straordinari di salvezza che Gesù può operare nel segreto dell'anima che beneficerà di questa o altre preghiere, sappiamo solo che Lui sa come “aprire tutti i canali” della Sua santa Bontà. Noi dobbiamo pregare, il resto lo compirà l’Onnipotenza Divina.
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi pietà di noi e del mondo intero. Questa giaculatoria che si recita alla fine della Coroncina conferma che la salvezza passa dalla misericordia di Dio e dalla preghiera dei fedeli.
Il Papa San Giovanni Paolo II è stato determinante per questi piani Celesti, egli ha ardentemente voluto che Santa Faustina, e la missione affidatale da Gesù, fossero riconosciuti, conosciuti e celebrati. Il 7 marzo 1992 Giovanni Paolo II firma il decreto sull’eroicità delle virtù della Kowalska, e il 21 dicembre 1992 pubblica il decreto sul miracolo avvenuto per la sua intercessione. L’anno seguente, il 18 aprile 1993 avviene la beatificazione e il 30 aprile del 2000 la canonizzazione della santa.
Due storie le loro che hanno la Polonia come base e il santo Paradiso come meta per tutti gli uomini di buona volontà.
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